E se il paradiso fosse allontanarsi dall’idea stessa di bene, avvolgersi nel dolore e imparare a respirarlo come i fumi di una candela che si è consumata? Il lavoro di Dominique Goblet ci scava dentro, ci costringe a chiedere a noi stessi, senza paura della risposta, se quello che è scomparso si è soltanto perduto per un po’ e come farà a tornare. Che siano frammenti ancora da ricomporre o immagini così nitide da sembrare le ultime possibili, tutto corrisponde alla dichiarazione programmatica che Dominique pronuncia: raccontare il trauma, ma cercando la luce e disobbedendo puntualmente alle regole.